I vini naturali all’attenzione dell’OIV
Qualche giorno fa l’OIV ci ha stupiti con un confronto di opinioni sull’argomento dei vini naturali che ho potuto seguire in un webinar dedicato in data 18 dicembre 2020. Questo avveniva a seguire dell’assemblea generale del 3 dicembre in cui venivano approvate 18 risoluzioni per la sostenibilità in vigna e in cantina.
A mio parere si tratta di un evento epocale ossia apre la strada a livello mondiale per un nuovo ripensamento nel fare viticoltura e nel produrre il vino.
Era tempo che non scrivevo ma gli stimoli che ho raccolto nel dibattito mi hanno convinto a esprimere le seguenti riflessioni.
Il progresso tecnico-scientifico sia in viticoltura sia in enologia costituisce una conquista molto preziosa. In viticoltura, talvolta si son verificati anche casi di superamento della vocazionalità e sostenibilità gestionale e produttiva con conseguenze negative (inquinamenti, degrado dei terreni).
In enologia la legislazione ha prodotto una sempre più numerosa casistica di nuove permissive tecniche, nuovi additivi..ecc per poter conseguire comunque e sempre un vino accettabile.
Questi fatti non devono assolutamente offuscare una grandissima maggioranza di eccellenti produttori che con esperienza, talento e coraggio costituiscono la vera forza del vino .
A mio parere, il vino naturale è semplicemente la miccia per scuotere chi ancora non ha capito appieno i valori dell’uva, del luogo di provenienza, di come è stata ottenuta. Ne consegue che molti già bravi produttori potrebbero ancora crescere con una migliore produzione di uva ed una enologia più “leggera”, diventando in cantina, più ‘assistenti’ di fondamentali processi biochimici che devono sempre conoscere, ad ogni vendemmia.
Un secondo avvenimento epocale riguarda la generazione dei millenials: la prima che sente dire che il pianeta si sta esaurendo, che vi è urgenza di agire oggi perché domani sarà tardi. Sono ribaltati importanti valori nelle aspirazioni, nei modi di vivere, di abitare, di vestirsi, di viaggiare, di nutrirsi (con maggiore attenzione alla salubrità). Si può aggiungere che sempre più le manifestazioni importanti hanno come tema l’ambiente e che le direttive e gli investimenti U.E. nel sostenibile non sono mai stati così imponenti.
Il vino naturale, che deve essere buono, ha suscitato gli stessi interessi del cibo in una logica di ricerca dell’autenticità, salubrità, bellezza dei luoghi di provenienza e loro sostenibilità.
Il vino naturale ha ormai raggiunto tutto il mondo ed è anche entrato in alcuni dei più rinomati ristoranti. E’ diventato maggiorenne ma anche per questo deve sempre migliorarsi con impegno e conoscenze scientifiche. Vorrei ricordare quale esempio, il Giappone, antesignano nell’apprezzare il vino naturale. Da circa 30 anni ho ricevuto fondamentali incoraggiamenti per produzioni più in armonia con il territorio e noi stessi. Ricordo bene l’espressione “andare oltre il gusto” che mi ha fatto molto riflettere.
Il vino è un prodotto magico che l’uomo ha saputo custodire più o meno bene durante il suo tempo e fino ai giorni nostri. I vini naturali richiedono molta competenza, ambienti molto vocati e posseggono rischi di produzione che ne limitano l’espansione. La lealtà territoriale nel fare viticoltura ed in cantina costituiscono un patrimonio irrinunciabile ed esprime il vero futuro del vino..
“Et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni “.
Leonardo da Vinci
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