Considerazioni sulla fertilità del terreno
Come noi, il terreno ha bisogno di molto ossigeno che è il responsabile dell’esplosione di vita (insieme ai nutrienti e all’acqua del mezzo) e questo succede se vi è armonia tra la parte aerobica (grande) e quella anaerobica (piccola).Insomma dobbiamo ‘restituire’ fertilità alla terra soprattutto rispettandone le funzioni (humus management). Normalmente, purtroppo, oltre il 90% del potenziale di sostanza organica è sprecato ogni anno e questo è molto grave; il terreno ha buona memoria e lo fa capire con le difficoltà sempre maggiori per averne risultati economici adeguati che, sovente, si conseguono solo con interventi sempre più onerosi di fertilizzanti, acqua, agro farmaci a detrimento del complesso sistema produttivo, che diventa più costoso e scadente nei risultati.
La vitalità della fertilità come rischio d’impresa, questa è la sfida più economica e più moderna che si possa perseguire.
La bontà e salubrità dei luoghi agricoli deve poter aver il significato di esercitare viticoltura per creare anche valenze emozionali, arricchite di valori salutistici: sicurezza per gli operatori, per gli abitanti dei luoghi agricoli (pensiamo alle criticità delle viticolture molto intensive!), per alimentazione sana e non a rischio, per la conservazione della variabilità biologica dei luoghi (vegetale e animale a tutti i livelli della ‘catena’ di sistema, dai batteri, lieviti, micorrizze… fino alle forme più evolute ).
Quali le pratiche agricole più in sintonia con il buon utilizzo delle risorse? Ad esempio la consociazione vegetale con speci favorevoli, le pacciamature, il sovescio e la coltivazione periodica con attrezzature che fendano il terreno per ritornare ossigeno e favorire i processi vitali (ovvero non l’aratro col versoio).
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